Ecografia dell’anca

Come si fa la diagnosi?

Per superare il problema ancora irrisolto dei casi di mancata diagnosi clinica alla nascita (cosiddetti falsi negativi).

Il Prof. Graf ha descritto nel 1980 lo studio ecografico dell’anca del neonato (fig. 9:A,B).

Fig. 9A: reperto anatomico di anca neonatale

Fig. 9B: corrispettivo ecografico

Rispetto alla radiografia standard del bacino l’ecografia presenta il duplice vantaggio di non esporre il bambino alle radiazioni ionizzanti e di consentire la visualizzazione della testa cartilaginea del femore (non ancora ossificata). Con un esame ben condotto è quindi possibile mettere precisamente a fuoco l’anatomia dell’articolazione dell’anca del neonato.

Attraverso la definizione di precisi piani standard vengono misurati gli angoli α e β e l’anca viene precisamente classificata (Fig. 10). Queste informazioni sono alla base della definizione della strategia terapeutica.

Fig. 10: Classificazione ecografica dell’anca neonatale sec. Graf. (da Staheli, 2001)

La classificazione di Graf nella sua forma estesa (qui non riportata) è molto articolata e con note di complessità che possono talora generare nell’operatore qualche dubbio riguardo al fatto che ci si trovi davanti ad una forma molto lieve di displasia o piuttosto ad un fisiologico ritardo dei normali processi di ossificazione dell’acetabolo.

E’ per questo importante che l’esame sia sempre condotto da personale esperto e specificatamente dedicato. In casi dubbi una collaudata esperienza clinica e la ripetizione dell’esame a distanza di qualche settimana consentono sempre di distinguere chiaramente un’anca normale da un’anca displasica.